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Incontro con la Polizia Postale sui reati digitali: “Voi insegnate come si usano i social a scuola?”


Si è svolto nella giornata del 26 gennaio 2021 l’incontro tra gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore G. Marconi di Tortona e la Polizia Postale, finalizzato all’informazione e alla sensibilizzazione riguardo ai reati commessi in digitale.

Gli studenti, collegati tramite la piattaforma di Google Meet, hanno assistito a circa un’ora di presentazione che verteva sulla descrizione di alcuni reati informatici commessi frequentemente in rete:

  • Reato di violazione di corrispondenza ( 616 del codice penale)

consiste nel leggere email o messaggi (nel caso di messaggi cartacei, come le lettere, si parla di corrispondenza epistolare) prima che lo faccia il destinatario, senza il suo consenso e non accidentalmente.

  • Reato di frode informatica ( 640 ter del codice penale):

consiste, per esempio, nell’accedere alla home banking di un'altra persona utilizzando le sue credenziali a sua insaputa, per movimentare somme di denaro dal suo conto corrente al proprio.

  • Reato di accesso abusivo al sistema informatico ( 615 ter del codice penale):

consiste nell’utilizzare l’account di un’altra persona senza il suo consenso.

  • Reati di minaccia ( 612 del codice penale) e diffamazione (Art. 595 del codice penale): sono rese più frequenti dal fatto che, nascondendosi dietro una tastiera, è molto più facile insultare o minacciare gli altri.
  • Reato di diffusione di materiale pedopornografico ( 600 ter, quater del codice penale): con ovvie ripercussioni psicologiche sulla vittima, che possono anche culminare nel suicidio.

Tutti questi sono reati perseguibili a querela di parte, quindi il procedimento penale viene avviato solo con la volontà della vittima.

Alla domanda di un agente della Polizia Postale, “Voi insegnate come si usano i social a scuola?”, la risposta negativa di un professore è stata imbarazzante, denotando il fatto che i programmi scolastici non sono all’avanguardia e tralasciano argomenti molto importanti e attuali. Un sistema scolastico che non tratta certe questioni non può dire di preparare gli studenti al mondo nel lavoro, né al futuro in generale. I giovani, nonostante si continui a ripetere che sono sempre attaccati al cellulare, non sanno nulla della parte più oscura dell’Internet, ed è quindi giusto che la scuola li protegga, istruendoli, dai possibili pericoli del digitale, come quelli sopra riportati: su questo sono d’accordo sia l’agente della Polizia Postale sia il professore.

Ovviamente, non è sufficiente una sola lezione, né qualche informazione fornita in modo casuale e sporadica: i social e l’Internet in generale dovrebbero essere colonne portanti dei programmi scolastici moderni, semplicemente perché sono già onnipresenti nella vita di praticamente tutti, ed è nostro diritto essere adeguatamente istruiti al loro uso.

Lucrezia Luciana Teti