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LA ROBOTICA… Un gioco da ragazzi!

Bilancio di un anno ricco di stimoli e novità per il corso Informatica e telecomunicazioni.

Tutto è nato da una difficoltà che sembrava insormontabile: “Come fare laboratorio in Didattica a Distanza?” “Come coinvolgere i ragazzi in attività pratiche laboratoriali se possono interagire solo attraverso un PC?”.

“La necessità aguzza l’ingegno” si dice, e i docenti del triennio del corso di Informatica e Telecomunicazioni durante l’anno scolastico, hanno puntato sulla realizzazione di una grande varietà di prototipi e sulla loro programmazione; questo per dare la possibilità agli studenti “provetti informatici” di contribuire a creare qualcosa di concreto attraverso degli stimoli creativi, lavorando anche a distanza, e mettendo a frutto tutte quelle competenze che si acquisiscono nel corso del triennio. Piccoli robot che hanno vita autonoma da programmare, centraline di rilevamento che controllano parametri quali temperatura e illuminazione, droni che superano ostacoli e tanto altro…. In sintesi, questi gli step: i professori stimolano gli studenti alla realizzazione di un progetto, mediante obiettivi da raggiungere, ai quali si arriva un po’ per sfida, un po’ per gioco; alla progettazione segue poi, una volta tornati a scuola, la concreta realizzazione del prototipo grazie  alle innovative stampanti 3D e ai componenti elettronici messi a disposizione dall’istituto.

Abbiamo intervistato i proff. Paolo Rivalta e Federico Ferro, i docenti del Corso di Informatica e telecomunicazioni,  che ci hanno raccontato qualcosa sulle loro creazioni.

Potete descrivere i vostri prototipi? In che modo vengono realizzati?

Prof. Paolo Rivalta : “Le creazioni sono un modo per dimostrare come si può associare lo studio teorico ad un atto pratico che dimostri le potenzialità della nostra disciplina. Per realizzarle si utilizzano componenti elettronici che vengono presentati durante l’anno combinati con una scheda elettronica programmabile chiamata “Arduino UNO”, che è il cervello delle macchine che andiamo a costruire, mentre tutta la parte del rivestimento dei prototipi è successivamente realizzata per mezzo delle stampanti 3D, che aiutano a dare “concretamente” l’idea del prodotto finito”.

Prof. Federico Ferro: “ Inventare nuovi prototipi è la parte più affascinante del nostro lavoro perché serve a far capire ai nostri ragazzi l’utilità di molte nozioni teoriche apprese nel corso del triennio. Per esempio i transistor sono un argomento davvero complesso, ma, svolta l’attività di laboratorio, i ragazzi si rendono conto della vera utilità di questo componente, realizzando un amplificatore per impianti stereo.

Quanto costa, in termini di tempo e denaro, realizzare un prototipo?

Prof. Federico Ferro:Per una di queste creazioni sono necessari dai due ai cinque giorni in media; ovviamente dipende dalla complessità di quello che si sta realizzando. Inoltre, bisogna prendere in considerazione i tempi di progettazione e i tempi della fase di stampa, per esempio, per il braccio meccanico ci vogliono 48 ore no stop di stampa in 3D! Il costo varia a seconda del numero e della qualità dei componenti, da pochi centesimi a più di 50 euro”.

Realizzare tutto questo durante la DAD non deve essere stato facile. Com’è stato questo nuovo modo di fare scuola? Com’è andata?

Prof. Paolo Rivalta: “Inizialmente la situazione è stata spiazzante, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma nonostante tutto è prevalsa la voglia di mettersi in gioco per trovare le strategie adatte a coinvolgere i ragazzi. È sicuramente stancante e faticoso; mancano tutte quelle occasioni sociali che fanno parte del nostro quotidiano”. Prof. Federico Ferro:Riuscire a compensare l’assenza fisica dei ragazzi non è facile, specialmente per chi come me lavora in laboratorio, dove la manualità ha un ruolo centrale. E quando poi sono in DAD e, facendo l’appello, vedo soltanto “bollini” colorati che non mi rispondono, lo sconforto ha il sopravvento. Quando ricevo anche solo un breve cenno di feedback dai ragazzi mi sento davvero sollevato e penso : “allora qualcuno mi sta ascoltando!  Tuttavia, lavorando con gli studenti giorno dopo giorno,  utilizzando la modalità a distanza come opportunità,  adottando  nuove strategie didattiche, i risultati si sono visti, eccome! ”

Simone Boscain (5^AE), caporedattore Marconews