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“Il giornalismo è estinto?….Il giornalismo è vivo, viva il giornalismo!”

Prendendo a prestito il titolo di un film-capolavoro di Michelangelo Antonioni del 1975, si è inaugurato, martedì 9 novembre, “Professione Reporter”, un eccezionale ciclo di incontri con figure di alto rilievo del panorama giornalistico italiano, organizzato dalla Biblioteca Civica “Tommaso de Ocheda” per gli studenti del Liceo Peano e dell’I.I.S. Marconi di Tortona.  In videoconferenza i ragazzi ed i loro docenti referenti hanno incontrato Marco Gasperetti , classe 1956, giornalista, saggista e docente  di Giornalismo online e Didattica multimediale all'Università di Pisa.

 “Toscanaccio DOC”, dall’eloquio travolgente, e coinvolgente, Gasperetti ha all’attivo un’esperienza incredibile, che lo ha visto fra le principali “penne” del Gruppo L’Espresso e tra i “padri fondatori” del  giornalismo online con il webteam Espresso Finegil  Attivo presso la redazione del Corriere della Sera, come esperto di cronaca, politica, cultura e new media, collabora anche con Università italiane, con il Ministero degli Affari Esteri, con  la Presidenza della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio dei Ministri  per promuovere e diffondere la lingua e la cultura dell'Italia nel mondo proprio grazie alle tecnologie e al giornalismo.   Tra i suoi libri, titoli che spesso sono una provocazione e uno spunto di riflessione sulla notizia scritta: “ Giornalismo 3D.La metamorfosi di una professione”, “Impossibile non comunicare Regole per un efficace uso di Internet tra notizie e social networ” ed il recentissimo  “ La società dei giornalisti estinti”.

   Introdotto da Andrea Rovelli, anche lui giornalista e portavoce dell’Ufficio Stampa del Comune, Gasperetti ha  iniziato a raccontarci la sua esperienza di giornalista, le sue tecniche di scrittura, le sue preferenze, quel mix di tecnica, cuore e vita vissuta dentro la notizia con cui insegna ora a scrivere.: Marco afferma che, anche nel caso fosse nato nell’età moderna, avrebbe comunque intrapreso la  carriera giornalistica perché spinto dalla passione e dalla voglia di inseguire il suo sogno.

  Faccio parte dei “giovani”, ma mi trovo d’accordo con il pensiero di Gasperetti, che afferma che noi ragazzi ci accontentiamo ormai di una lettura superficiale, senza immedesimarci nella notizia, mentre la lettura su carta ha una più forte capacità di coinvolgimento.  La lettura è fatta per ricevere informazioni, ma anche per trasmetterci emozioni, che non possiamo abituarci a perdere.

Fedele al giornalismo vero e proprio, nonostante la digitalizzazione imperante, nel caso di una notizia che avverte essere “importante”, Gasperetti parte, come i reporter della vecchia tradizione e “agisce sul campo”, raccogliendo le informazioni necessarie per scrivere i suoi articoli.

 Rispondendo alle nostre domande, Gasperetti continua e ci dice che l’esperienza e la pratica sono fondamentali, ma che anche lo studio e la continua voglia di conoscere sono indispensabili. Nelle vesti di docente, afferma che lo stesso professionista che insegna ad altre persone deve per conto suo continuare a formarsi e ad aggiornarsi, per essere al passo con i tempi e per continuare la conoscenza di sé stesso attraverso la conoscenza  dei pensieri altrui e di ciò che è diverso da lui.

Ci ha inoltre spiegato che “l’effetto a catena” è molto comune perché riesce ad influenzare notevolmente i lettori, portandoli a conformarsi ad un” pensiero di massa”,  che azzera il giudizio personale e la capacità critica, uniformando l’opinione secondo luoghi comuni privi di un supporto concreto.

Infine, alla domanda su quale sia stato il suo articolo capace di suscitare maggiore scalpore, Gasperetti ha ricordato quello sul naufragio della Costa Concordia e l’intervista in carcere ad un terrorista nero, al quale fece una foto con il Ministro di allora, e tanti altri vista la sua produzione che marcia al ritmo di  circa 500-600 articoli all’anno. 

Secondo il mio punto di vista la videoconferenza è stata molto interessante e illuminante poiché Gasperetti è una persona di grande cultura, con grandi capacità discorsive in grado di coinvolgere  completamente il suo pubblico. Una specie di giornalista molto “vitale” e... no, decisamente assai lontano dal “rischio estinzione”!

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